Juglans regia

Nome: Noce bianco – Noce comune

Nome latino: Juglans regia

Etimologia del nome: il nome del genere dal latino "Jupiter" = Giove e "glans" = ghianda, quindi "ghianda di Giove", poiché presso gli antichi il noce era sacro a Giove; l'epiteto specifico regia è sempre riferito al re degli dei, cioè allo stesso Giove.

Classificazione
DominioEukaryota
RegnoPlantae
PhylumTracheophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineFagales
FamigliaJuglandaceae
GenereJuglans
Specieregia

Generalità
Il noce è un albero vigoroso, longevo e caratterizzato da un tronco solido, alto, dritto e con un portamento maestoso e presenta radici robuste inizialmente fittonanti e a maturità espanse e molto superficiali. Può raggiungere i 30 metri di altezza e diametro 1 metro. La chioma è ampia e globosa, alquanto densa.

Il tronco e i rami 
Diritto e vigoroso, con corteccia grigio chiara e liscia in soggetti giovani, quindi, a maturità, scura e fessurata longitudinalmente. I rami sono grossi, inseriti a non grande altezza, da giovani grigio-rossastri, poi anch'essi grigi chiari. I ramicelli sono grossolani e tozzi.

Le foglie
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da 5-7-9 e, più raramente, undici foglioline). Esse sono grandi di odore fragrante, imparipennate composte da 5-9 segmenti subsessili, ellittico-lanceolati od obovati, a margine intero, i 3 apicali di 2-5 x 5-10 cm, con pagina superiore verde scuro ed inferiore verde nettamente più chiaro; nervature secondarie molto evidenti, che raggiungono quasi il margine.

I fiori 
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10–15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie. I fiori unisessuali femminili si schiudono da gemme miste dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3, raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie.

I frutti ed i semi 
I frutti, solitari o a gruppi, sono caratteristiche drupe, ovali o globose (3-4 x 4-6 cm) con epicarpo carnoso verde ricchissimo di tannino (mallo), che copre un endocarpo legnoso marrone chiaro leggermente solcato (noce), proteggente a sua volta il seme (gheriglio) a 4 lobi, meandriforme, oleoso e commestibile.

Antesi: primavera (aprile-maggio)

Habitat e coltivazione 
Il noce è una pianta introdotta in quasi tutte le regioni temperate, ma la sua diffusione originaria allo stato selvaggio è relativamente più limitata, compresa tra la Penisola balcanica meridionale e l'Asia centrale. Boschi spontanei di noci misti ad aceri si trovano ad esempio sulle montagne dell'Uzbekistan. Può dar luogo a modeste spontaneizzazioni in luoghi umidi e rocciosi. Il noce comune (Juglans regia) tollera bene suoli debolmente acidi e calcarei. Il noce è un albero di facile coltivazione, ma il terreno su cui è coltivato deve essere ricco di sostanza organica. Bisogna prestare particolare attenzione all'apporto idrico nel mese di giugno, perché, in caso di mancanza d'acqua, i frutti risulteranno piccoli. L'acqua in tarda primavera è fondamentale anche perché è il momento dell'induzione fiorale.

Storia 
Reperti archeologici indicano che i frutti del noce venivano utilizzati come alimento già 9000 anni fa. Le prime testimonianze scritte risalgono a Plinio il Vecchio e Columella. Relazioni di Plinio, nella sua Naturalis historia, testimoniano l'importazione del noce in Europa dall'Asia minore, da parte dei coloni greci tra il VII e il V secolo a.C. Infatti, ci sono riscontri sulla presenza del noce già dall'era Terziaria in Europa. A seguito delle glaciazioni, alcuni esemplari sono riusciti ad arrivare nel bacino del Mediterraneo. Dunque, l'areale del noce nell'età quaternaria si estendeva dalla penisola balcanica fino all'Asia centrale. Il noce è stato introdotto in Europa tra il VII e il V secolo a.C. e in America nel XVII secolo da coloni inglesi.

Usi ed applicazioni 
Albero molto apprezzato e noto, economicamente importante sia per il valore del legno sia per il frutto. Il legno, ad alburno grigio chiaro e durame bruno scuro, talora venato, è semiduro e pesante, facilmente lavorabile e dall'antichità fino ad oggi è stato impiegato, sia massiccio sia come sfogliato o tranciato, nella fabbricazione di mobili di pregio e di lusso. Raffinatissime sono le marezzature presenti nelle radiche e nelle capitozze, adatte per intarsi. In anni recenti, grazie a finanziamenti erogati da Regolamenti dell'Unione Europea, molti impianti da legno di noce comune sono stati realizzati nel nostro paese, soprattutto in zone di pianura e collina. I frutti si consumano allo stato fresco (in realtà necessitano di un periodo di essiccazione) oppure si destinano all'industria dolciaria; le noci sono apprezzate anche in cucina, per varie ricette. Le noci non ancora mature sono usate per la preparazione di un particolare liquore - il nocino - tradizionale nel Trentino. Particolarmente ricercate sono le noci di Sorrento (SA), una delle migliori varietà del mercato. L'olio di noci, presente al 25% circa nei semi, è di gran valore ed è impiegato nell'industria alimentare, farmacologica e cosmetica. Mallo, foglie e gemme hanno proprietà astringenti, depurative, ipotensive, digestive, antinfiammatorie, antisettiche. Infine merita ricordare che la pianta è stata spesso impiegata in passato per alberature stradali, ancor oggi visibili soprattutto nell'Italia meridionale ed in paesi di montagna.

Fotografie della pianta