Il PM10 nell'aria delle città

PM e' una sigla o per meglio dire un'abbreviazione di "Particulate Matter" che in italiano viene indicato come particolato, ovvero materiale talmente leggero da rimanere sospeso in aria, chiamato comunemente polvere.
In generale possiamo affermare che ogni combustione, frammentazione e usura di materiale solido genera polvere oltre a certe reazioni chimiche tra gas, eruzioni vulcaniche, polline, erosioni del suolo.

aria
Perchè "10"?

La polvere o il particolato e' caratterizzata dalle dimensioni estremamente ridotte. Esse possono variare in base al tipo di materia o alle condizioni atmosferiche, ma quella più importante dal punto di vista sanitario è uguale o inferiore a 10 micron (1 micron (µm) corrisponde a un millesimo di millimetro).

I "filtri" del PM10 

L'apparato respiratorio umano, come quello di molti mammiferi, e' naturalmente fornito di particolari filtri, in modo che agli alveoli polmonari possa arrivare aria priva di particolato.
aria polmoni Essi si trovano:
  • nelle cavità orali e nasali;
  • nella trachea e i bronchi primari;
  • nei bronchi secondari;
  • nei bronchi terminali.
Questi filtri hanno il compito di trattenere le polveri in quantità e dimensioni decrescenti dalle cavità orali e nasali (diametro polvere: 10 µm circa), fino ai bronchi (diametro: 2 µm circa).
Ovviamente se tali filtri fossero come quelli posti su ogni autoveicolo, sarebbe semplice sostituirli una volta che si sono saturati di polvere, tuttavia ciò non è possibile: essi, difatti, si rigenerano in un certo tempo (che dipende dall'età del soggetto e dalla sua salute). Pertanto, una rigenerazione più lenta rispetto alla saturazione può provocare danni all’organismo.
Purtroppo, non è possibile agire sul processo rigenerativo, ma fortunatamente si può cercare di aumentare il tempo di saturazione.

L'importanza della concentrazione del PM10

La legge ha stabilito che la quantità di polveri di diametro uguale o inferiore a 10µm in un metro cubo di aria, non deve essere superiore a 50 microgrammi (50 µg/m³). Dunque se la quantità di polvere presente in un metro cubo di aria è inferiore a 50 µg, i "filtri" del nostro apparato respiratorio riusciranno a trattenere la polvere e contemporaneamente a "rigenerarsi", se invece la concentrazione è superiore a 50 µg/m³ e perdura nel tempo, il nostro apparato respiratorio potrà risentirne. In sintesi possiamo affermare che i rischi possono derivare dal superamento della soglia della concentrazione e dal suo perdurare in termini di giorni. Per tale motivo la legge impone una concentrazione massima di 50 µg/m³ al giorno (24 ore) e un numero massimo di 35 gg di superamenti nell'arco di un anno solare, inoltre la concentrazione media annuale non deve essere superiore a 40 µg/m³ .

Chi produce più PM10

Le eruzioni vulcaniche sono sicuramente grandi produttrici di polveri, ma nulla possiamo fare per fermarle. Dunque, il problema non è solo quello di individuare chi produce più PM10, ma trovare un modo per mitigare la quantità di PM10, al minor costo e senza troppo stravolgere le attività umane. inquinamento Certamente il traffico veicolare è tra le attività umane ove è possibile incidere per abbassare i valori del PM10. Il traffico veicolare produce infatti PM10 dalla combustione dei carburanti e dall'usura delle gomme, asfalto, frizioni e freni. Anche il riscaldamento degli edifici è una fonte inquinante che è possibile controllare. Certamente il riscaldamento di un singolo edificio, specialmente se prodotto attraverso la combustione del metano, non è una rilevante fonte di PM10, ma se pensiamo di moltiplicare i valori PM10 di un singolo edificio per le migliaia di edifici di una città e per molte ore giornaliere di accensione, si otterranno valori significativi e inoltre, controllare la temperatura del riscaldamento non ha alcun costo, è facile e produce un risparmio di denaro. Molto spesso ci sono abitazioni troppo riscaldate, ma occorre sapere che la temperatura ideale e dunque salutare per una camera da letto è di 16°C. Da non trascurare è il riscaldamento con legna o suoi derivati (pellet ecc.) che produce notevoli quantità di particolato e in molti casi è solo un riscaldamento ornamentale.


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